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Mostra nel nome di Francesco

L’evento, organizzato dalla Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori, rientra nell’ambito delle celebrazioni francescane del 2023 per gli ottocento anni del Natale di Francesco a Greccio e della Regola scritta dallo stesso Francesco nell’eremo di Fontecolombo, Rieti. Si collega agli altri centenari francescani: Stimmate di Francesco 2024; Cantico delle Creature 2025; morte di Francesco 2026. Si tratta di una grande mostra dedicata, in primo luogo, a far rivivere la memoria di san Francesco a Roma, ma anche a far conoscere lo straordinario patrimonio culturale di opere d’arte e di documenti custoditi negli straordinari luoghi francescani presenti, per lo più, nella Città Eterna, oltre che nella Valle Santa di Rieti e di tutto il Lazio: una mostra, dunque, quale punto di partenza per promuovere un itinerario di intensa spiritualità, che consentirà, in particolare ai flussi di fedeli arrivati quali pellegrini a Roma, di conoscere straordinari luoghi di fede, come Greccio, Fontecolombo, Poggio Bustone e La Foresta che hanno custodito e vivificato il messaggio del Santo. L’importanza dell’evento è, tra l’altro, testimoniata dalla composizione del comitato scientifico, di cui fanno parte autorevoli studiosi, quali Franco Cardini, Manuel Roberto Guido, Claudio Strinati, Marcello Tagliente, André Vauchez, Alvaro Cacciotti. Significativamente la mostra, che ha ottenuto il sostegno del Comitato nazionale per la prima rappresentazione del presepe di Greccio (Ottavo centenario) sarà allestita nel quartiere di Trastevere a San Francesco a Ripa: il primo luogo francescano a Roma che conserva la “cella”, dove soggiornò a Roma san Francesco, accolto dall’amica Jacopa dei Sette Sogli in quello che al tempo era un lazzaretto per ammalati terminali. Già nel 1209 Francesco sosterà in questo luogo offrendo la sua opera di assistenza agli ammalati gravi mentre attendeva presso il Papa all’approvazione della sua Regola. Da allora il complesso di San Francesco a Ripa ha rivestito una importanza primaria per le opere di assistenza che ancora oggi vengono portate avanti nel convento dove le persone, ridotte sulla strada e per lo più giovani, vengono accolte e invitate a condividere la stessa vita dei frati nello stesso spazio vitale. Proprio qui, per ridestare in tutti – cosa dimenticata perfino dai trasteverini – la conoscenza del luogo abitato da Francesco, in alcuni locali insistenti nel chiostro quattrocentesco, concessi in uso perpetuo ai frati dal Demanio dello Stato-Ministero della Cultura e restaurati dal Segretariato Regionale del Ministero della cultura per il Lazio, allo scopo di allestirvi una biblioteca-museo, è in programmazione questa mostra, che, come già detto, racconterà l’azione di Francesco e dei francescani a Roma, nel Centro Italia, oltre che in Terrasanta (ma non solo). Elemento centrale dell’esposizione saranno alcuni importanti quadri raffiguranti san Francesco (tra cui una tempera su tavola, opera di Cimabue, conservata nel Museo della Porziuncola di Assisi e una tempera su tavola, sempre del XIII secolo, opera del Maestro del Dossale di san Giovanni Battista (Gilio di Pietro?), conservata nel Museo diocesano di arte sacra di Orte, il S. Francesco di Aracoeli, il S. Francesco di S. Bonaventura al Palatino, e opere contemporanee di Sidival Fila e Giovanni Gasparro: quest’ultimo esposto in Aracoeli) che saranno presentati insieme ad altri quadri raffiguranti la vita del Santo, a preziosi manoscritti, lastre in rame, ex-voto, oggetti della vita quotidiana utilizzati nei conventi francescani, mai esposti in pubblico e databili tra XIII e XX secolo. Attraverso una serie di riferimenti in mostra e percorsi di visita guidati nella città di Roma, l’evento consentirà di richiamare l’attenzione anche sugli altri principali luoghi francescani della Città eterna come l’Aracoeli, chiesa del popolo romano e delle sue Istituzioni civiche, per secoli centro della vita politica e culturale della città nella piazza del Campidoglio. Si tratta di luoghi di fede, animati nei secoli da personaggi importanti nella diffusione dell’Ordine francescano: tra tutti, fra Ginepro, compagno di Francesco, sepolto all’Aracoeli e san Leonardo da Porto Maurizio, che nel convento di San Bonaventura al Palatino vestì il saio francescano e a cui si deve l’incremento delle missioni al popolo e la diffusione della Via Crucis, la più celebre quella tenuta per la prima volta al Colosseo nel 1750 in occasione dell’Anno Santo. Si tratta anche di preziosi scrigni di opere d’arte, quali il ritratto duecentesco di Francesco ad opera di Margheritone di Arezzo conservato nella cella del santo a San Francesco a Ripa, il ciclo di affreschi quattrocenteschi con Storie di san Bernardino da Siena realizzate in una cappella dell’Aracoeli da Pinturicchio, il ritratto quattrocentesco di sant’Antonio da Padova ad opera di Benozzo Gozzoli sempre all’Aracoeli, la scultura seicentesca in marmo raffigurante l’Estasi della beata Ludovica Albertoni realizzata da Gian Lorenzo Bernini per una cappella della chiesa di San Francesco a Ripa e, nella stessa chiesa, tre opere di Giorgio De Chirico nella cappella dove è sepolto l’artista. Raccontare la spiritualità e la storia di queste “Case” dei santi Francescani sarà anche un’occasione per riannodare il filo della memoria con le vicende storiche di Roma. La mostra sarà dotata di un catalogo scientifico e a latere dell’esposizione saranno organizzati concerti di musica sacra e conferenze finalizzate ad illustrare non solo tematiche culturali affrontate nell’esposizione, ma anche a far conoscere l’azione ora svolta a Roma dai Francescani attraverso importanti progetti di solidarietà, di contrasto all’emarginazione e di supporto al reinserimento sociale. La mostra, peraltro, non si configura come un evento effimero, ma rappresenta il presupposto per la costituzione e la riapertura al pubblico (in veste rinnovata) di una biblioteca-museo a San Francesco a Ripa, che, oltre alle straordinarie opere d’arte di cui in precedenza si è fatto cenno, ospita un totale di circa 30.000 volumi antichi e preziosi e il completo restauro degli affreschi di Emanuele da Como pressoché sconosciuti.
locandina mostra nel nome di francesco

Il 3 ottobre 1226, verso sera, provato nel fisico, Francesco d’Assisi muore, nudo sulla nuda terra, alla Porziuncola di Assisi, inneggiando al suo Signore. Da quel momento il riferimento universale alla sua figura di santo è stato ininterrotto e sempre crescente, dovuto alla sua diversa santità. In lui trova espressione il profondo amore verso ogni creatura e la comprensione tenerissima del dolore umano. Da subito la sua vita è stata un manifesto semplice di grandi idee, di libertà mentale, di tolleranza e di pace. Un uomo proclamato santo per aver affrontato, con umiltà e serietà, i reali problemi di chi non vuole fuggire le dure esigenze del vivere. Nelle sue ultime parole perfino la morte trova una familiare collocazione che erge a speranza l’estremo esito della vita.
L’universale riferimento a san Francesco, praticato da ogni epoca, è dovuto, allora, alle aspirazioni fondamentali di uomini e di popoli. Non solo le culture di stampo cristiano, passate o presenti, ma anche gli ambienti delle nazioni non cristiane che prendono coscienza sempre più delle scelte elementari e irreversibili, imposte dallo sviluppo in certe applicazioni scientifiche, rivolgono l’attenzione verso di lui; e lo fanno non per trovare una via d’evasione dagli urgenti problemi di questa vita, ma al contrario in lui trovano indicazione per la scoperta, la conferma e l’impegno alla trasfigurazione di questa stessa vita, in una unità dell’uomo e dell’universo, della natura e del sovrannaturale.
La mostra Nel nome di san Francesco, è una ragionata rassegna di materiali e di testimonianze, sondati con rigore entro una ricca documentazione patrimoniale per lo più appartenente ai frati Minori della Provincia di S. Bonaventura che, tramite il loro Centro Culturale Aracoeli, rendono conto della loro azione ministeriale in una stratificazione secolare assai viva nel territorio del Centro Italia e che prende il nome di Progetto san Francesco.
Non a caso la mostra, allestita nel complesso romano di S. Francesco a Ripa ove soggiornò Francesco d’Assisi, è stata idealmente pensata con un riferimento coinvolgente altri luoghi della città di Roma come la centralissima basilica di S. Maria in Aracoeli in Campidoglio. Luoghi diversi per origine storica e funzione pastorale ancora espletata, eppure ugualmente legati all’iniziale intento francescano di collaborare, con semplicità e passione, alla dignità della vita di ogni uomo. Tutto questo senza dimenticare la Valle santa di Rieti con i suoi splendidi santuari nati dalla presenza di san Francesco, l’Abruzzo e i campi di evangelizzazione aperti dai francescani in Medio Oriente, in Asia, nelle Americhe e, da ultimo, in Africa.
I diversi materiali in mostra – dal XIII secolo ad oggi – sono tutti centrati su alcune figure di san Francesco e mentre rappresentano un percoso dello sviluppo e della vita dell’Ordine dei Frati Minori, mirano ad un itinerario emozionale alternante momenti di sosta e di meditazione a momenti di movimento e di conquista. Conquista interiore, beninteso, che intende muovere un recupero identitario, un nutrimento sostanziale proprio delle esperienze artistiche e letterarie, ora, che all’interno del più ampio Progetto san Francesco, si intendono moltiplicare occasioni culturali lungo un lasso di tempo più largo che è segnato dai vari centenari francescani: 2023, il Natale di Greccio e la regola francescana scritta a Fontecolombo; 2024, l’anniversario delle stimmate ricevute da Francesco a la Verna; 2025 (anno santo), la composizione del Cantico delle Creature; 2026, la morte di Francesco.

In mostra: Tavole e tele riguanti S. Francesco. Esposizione di oggetti preziosi, codici, incisioni, stampe, reliquiari, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio compreso tra Lazio e Abruzzo

Giorni e orari della mostra:
La mostra è visitabile solo con prenotazione online tramite www.coopculture.it.
– Complesso di S. Francesco a Ripa:
Giovedì: 9-12; 16-19
Venerdì: 9-12; 16-19
Sabato: 9-12; 16-19
Domenica: //; 16-19 (la mattina chiuso)
– Basilica di S. Maria in Aracoeli sul Campidoglio:
Tutti i giorni: 8-19
– Si consulti il calendario nel sito web: www.centroculturalearacoeli.it

Catalogo:
Nel nome di san Francesco, a cura di A. Cacciotti – M. Melli, (Centro Culturale Aracoeli, Biblioteca di Frate Francesco, 27) Edizioni Biblioteca Francesca, Milano 2023, pp. 332; ISBN 978-88-7962-428-2; € 49.00. Con saggi di C. Strinati, F. Cardini, A. Marini, C. Frugoni, A. Cacciotti, A. Acconci.

Ufficio Stampa, Cerimoniale e sito Web:
Marcello Tagliente, Manuel Roberto Guido, Filippo Sedda

Centro Culturale Aracoeli dei Frati Minori
Provincia di S. Bonaventura dei Frati Minori
Ref. Dott. Filippo Sedda – cell. 3318281216
Ref. dott.ssa Maria Melli
Scala dell’Arce Capitolina 12 – 00186 Roma
tel. +39 06 69763831
info@centroculturalearacoeli.it
www.centroculturalearacoeli.it

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